La villa

Villa di Montruglio è molto più di una semplice residenza storica

È un luogo dove arte e architettura, circondate da una natura incontaminata, offrono preziosi momenti di bellezza e serenità. Sorta alle pendici dei Colli Berici, Villa di Montruglio è uno scrigno di storia, raffinatezza e cultura.

La villa

Commissionata dalla nobile famiglia vicentina degli Arnaldi, la villa fu iniziata alla fine del XVII secolo dall’architetto Pizzocaro, e poi compiuta dal Muttoni nei primi anni del XVIII secolo. Questi, noto per le sue influenze palladiane e scamozziane, seppe fondere tradizione e innovazione, conferendo alla villa uno stile originale.

La lunga facciata principale, rivolta a est, è caratterizzata da un corpo centrale affiancato da due laterali simmetrici, che donano equilibrio e armonia all’intera struttura.

Le statue che adornano il grande fastigio, realizzate dalla bottega di Orazio Marinali, rappresentano divinità classiche come Giove, Venere e Mercurio, simboli di potere, bellezza e comunicazione.

La villa è circondata da ampi spazi verdi, tra cui il parco, l’ampio prato verde antistante, il brolo retrostante e il vigneto, che offrono uno scenario ideale per rilassanti passeggiate e momenti di contemplazione.

La Barchessa

La Barchessa di Villa di Montruglio è una delle parti più affascinanti della proprietà.

Costruita tra il 1710 e il 1714, riflette perfettamente il gusto architettonico dell’epoca, in cui vuoti e pieni giocano un ruolo fondamentale nella creazione di luci e ombre suggestive.

Il lungo portico, scandito da archi e lesene in pietra bugnata, rappresenta un elemento di continuità tra la villa e il paesaggio
circostante.

Le finestre trifore, particolari nel loro disegno che ricorda un trifoglio, sono un segno distintivo del Muttoni e si ritrovano in molte delle sue opere.

L’equilibrio tra semplicità e grandiosità è evidente anche nella disposizione degli spazi interni, che conferiscono una sensazione di solidità e apertura allo stesso tempo.

La Barchessa, insieme alla sua corte interna, un tempo era adibita a funzioni agricole. Il termine dialettale deriva infatti dal latino “barca”, che significa “covone”. Oggi è un luogo di fascino, perfetto per essere ammirato dal giardino per la sua armonia architettonica, oppure percorso all’ombra del suo ampio porticato.

La Cappella e il Brolo

Sul lato sud della villa sorge la cappella gentilizia, costruita alla fine del Seicento e dedicata alla comunità circostante per le celebrazioni religiose.

Attualmente in fase di restauro, se ne può ammirare l’armoniosa facciata che dà su un piccolo belvedere da cui parte una stradina sterrata, antico accesso per i paesani. A questo luogo di preghiera, infatti, potevano accedere gli abitanti dei dintorni per assistere alle celebrazioni religiose in occasione di festività particolari.

Questo piccolo gioiello architettonico, rivolto verso la valle, è un esempio della perfetta integrazione tra il sacro e il profano, tipica delle ville venete dell’epoca.

Il Brolo, termine dialettale che indica il giardino privato delle ville venete, si trova a nord della villa.

Qui, tra alberi da frutto e una fontana storica, un tempo si ergeva una grande serra per le piante di agrumi, progettata per proteggere le delicate specie durante l’inverno.

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